Continua a diminuire il ventaglio di soluzioni impiegabili nel controllo della peronospora della vite, con revoche importanti che hanno richiesto cambi oculati nell’impostazione delle strategie di difesa. A ciò si aggiungano i limiti d’impiego posti ai rameici, con soli quattro chili per ettaro annui di rame metallo per un totale di 28 chilogrammi su sette anni. Tali revoche e limitazioni hanno ridotto ulteriormente le scelte dei viticoltori in termini di soluzioni tecniche a disposizione, soprattutto quanto a prodotti ad azione multisito di contatto, cioè quelli verso i quali non si è mai verificato un solo caso di resistenza.
In linea con questo processo selettivo, previsto dalla Revisione europea, anche dimetomorf abbandonerà le scene a partire dal 2025, cadendo al 20 novembre 2024 l’ultimo giorno utile per la commercializzazione e al 20 maggio 2025 l’ultimo giorno consentito per l'impiego in campo.
Dimetomorf appartiene alla famiglia dei CAA e possiede un meccanismo d'azione che lo ha fatto classificare dal FRAC nel Gruppo 40-H5. È stato a lungo impiegato in abbinamento con altre sostanze attive ad azione più tipicamente per contatto, come i citati ditiocarbammati e i rameici, ma anche con ditianon e folpet. Questi ultimi due, unitamente ai rameici, sono peraltro fungicidi ad azione multisito e quindi ottimi strumenti in chiave antiresistenza. Oltre a queste miscele, ne sono attualmente riportate in commercio altre a base di sostanze attive più recenti come ametoctradina e fosetil alluminio.
L’uscita di scena di dimetomorf dal maggio 2025 porterà quindi con sé una molteplicità di formulati commerciali e ciò inasprirà ulteriormente la necessità di individuare alternative capaci di compensare tali perdite. Le soluzioni per la sua sostituzione andranno però cercate ponendo attenzione anche ai possibili fenomeni di resistenza che si potrebbero instaurare in caso i programmi fitosanitari risultassero sbilanciati verso sostanze attive caratterizzate dal medesimo meccanismo d’azione. Per esempio, nel panorama degli antiperonosporici vi sono altri CAA appartenenti al Gruppo FRAC 40 – H5, cioè iprovalicarb, mandipropamid e valifenalate.
Buona norma vuole però che non vengano mai effettuate applicazioni ripetute e prolungate di prodotti aventi il medesimo meccanismo di azione. Nella sequenza dei trattamenti servono cioè i più opportuni stacchi tecnici con altre sostanze attive capaci di esercitare sulla peronospora una diversa azione di controllo. L’alternanza di prodotti differenti rimane infatti l’accorgimento migliore sia per massimizzare l’efficacia nel corso dell’anno, sia per prolungare la vita tecnica dei prodotti attualmente in commercio.
A proporsi quale alternativa d’eccezione a dimetomorf è cimoxanil, antiperonosporico appartenente alla famiglia delle ammidi e, più nello specifico, delle cianoacetammidi-ossime. Il meccanismo di azione non è stato ancora ben identificato e per tale ragione il FRAC lo ha classificato nello specifico Gruppo 27. Ciò promuove la sostanza attiva a candidata di elezione anche in chiave anti resistenze, esercitando sulla peronospora un’azione completamente diversa da quella dei citati CAA. Inoltre, cimoxanil possiede specifiche peculiarità tecniche che ne suggeriscono l’impiego soprattutto in prefioritura, quando la vite è in fase di attiva crescita e i grappolini sono esposti a possibili infezioni.
In tale fase, cimoxanil penetra velocemente all’interno delle lamine fogliari grazie al suo spiccato comportamento citotropico/translaminare, qualità che gli permette di proteggere la coltura dall’interno grazie anche a una buona sistemia locale. Per tali ragioni, il suo lancio sul mercato rivoluzionò i programmi di difesa delle colture, vite in primis, poiché all’attività di tipo preventivo abbinava anche quella curativa, a patto di intervenire entro le prime 24 ore dalla pioggia infettante.
Utilizzato in chiave preventiva (24 ore prima dell’evento infettante), cimoxanil si distribuisce nei tessuti vegetali creando una solida barriera contro la diffusione delle ife del patogeno. Infine, anche la presenza dei più opportuni partner tecnici scongiura il rischio che si verifichino cali di efficacia dovuti alla reiterazione di un solo meccanismo di azione.
In tal senso, da abbinare a cimoxanil si propongono oggi molteplici soluzioni, sia di contatto, sia sistemiche, permettendo di realizzare programmi di difesa perfettamente rispondenti a ogni specifico scenario anche in termini di intervalli fra i trattamenti. Per esempio, in fasi stagionali caratterizzate da piogge frequenti le miscele di cimoxanil con il rame necessitano intervalli più ristretti, mentre partner resistenti al dilavamento come ditianon, folpet, zoxamide o fosfonato di potassio permettono di allungare di 2-3 giorni l’intervallo fra le applicazioni. Analogamente, anche le soluzioni sistemiche offrono meccanismi di azione differenti, candidandosi in tal modo a partner tecnici ottimali per cimoxanil.
Due sono le soluzioni disponibili a catalogo che contengono cimoxanil, da solo oppure in miscela:
.: Vitene Ultra SC, in cui cimoxanil è formulato come sospensione concentrata contenente 225 grammi per litro di sostanza attiva. Un vero e proprio jolly che consente di realizzare miscele estemporanee con altri fungicidi a differente modalità di azione, come per esempio quelli a base di rame o altri prodotti di contatto (folpet, ditianon), oppure sistemici.
.: Soluzione in miscela è invece Lieto SC, anch’esso formulato in veste di sospensione concentrata contenente 29,4 grammi per litro di cimoxanil e 37,6 di zoxamide. Anche in questo caso le attitudini citotropico-translaminari di cimoxanil sono state affiancate dalle peculiarità di una sostanza attiva, zoxamide, altamente lipofila e quindi tenace quanto a resistenza al dilavamento. Valorizzata quindi al massimo la complementarità di azione delle due componenti, in quanto zoxamide appartiene al Gruppo Frac 22 - B3, in qualità di inibitore della formazione del citoscheletro e della polimerizzazione della tubulina.
L’utilizzo di LIETO SC può essere effettuata in fase pre-fiorale valorizzando attività del prodotto sulle cere delle foglie e del grappolino così come in fase post-fiorale-allegagione.
.: Ideale in miscela con Vitene ultra SC e Lieto SC è Mikonos Evo, il quale innalza ulteriormente l’efficacia complessiva del trattamento grazie alla spiccata azione sistemica del fosfonato di potassio. Nelle piante questa sostanza attiva diffonde infatti velocemente per via acropeta e basipeta, assicurando in tal modo una duratura protezione delle foglie. Prodotto negli stabilimenti italiani di Sipcam Italia, Mikonos Evo si avvantaggia di una formulazione liquida di alta qualità che contiene la sostanza attiva in ragione di 790 grammi per litro. Inoltre, Mikonos Evo possiede un meccanismo d’azione alternativo sia a cimoxanil, sia agli antiperonosporici della famiglia dei CAA. Il FRAC lo ha infatti classificato nel gruppo P 07 - P 07, quello degli attivatori delle difese endogene delle piante. Le molteplici caratteristiche intrinseche del prodotto gli permettono quindi di eccellere contro la peronospora per efficacia, flessibilità e praticità di impiego. Ciò fa di Mikonos Evo un riferimento tecnico d’eccellenza nella composizione dei programmi antiperonosporici di oggi e di domani.
L’uso in alternanza di questi prodotti consente di controllare la peronospora nelle fasi più delicate del ciclo colturale della vite, assicurando massima protezione sia alle foglie, sia al grappolo.