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Agrofarmaci, nutrizione e varietà di soia: scopri tutte le nostre soluzioni e novità per un eccellente raccolto
Fra i parassiti chiave del melo figurano Eriosoma lanigerum (afide lanigero) e Dysaphis plantaginea (afide grigio). Il primo presenta adulti di piccole dimensioni avvolti da secrezioni biancastre di consistenza cerosa che conferiscono all’afide un aspetto lanuginoso, proteggendolo da predatori e parassitoidi. Inoltre, tale scudo ceroso rende più difficile il suo controllo con insetticidi, soprattutto quando questi agiscano prevalentemente per contatto. Come l’afide lanigero, anche l’afide grigio produce danni alla vegetazione, visibili in forma di accartocciamenti fogliari, potendo inoltre interessare i fiori, causando aborti, e i frutticini in via di formazione, deformandoli nei punti in cui ha infisso il proprio apparato boccale. La difficoltà nel suo controllo è dovuta anche al fatto che in tarda primavera le migratrici alate si sposteranno su piante del genere Plantago, ospiti secondarie del parassita.
Il controllo dei due parassiti necessita quindi di un programma articolato di interventi, tali da fermarne le proliferazioni nei tre momenti chiave della stagione, cioè in pre-fioritura, intervento ideale per un primo controllo di Disaphis plantaginea, proseguendo poi in post-fioritura e durante la migrazione delle neanidi, evento questo di poco successivo. A causa dell’elevato numero di individui di entrambe le specie, nonché a causa della loro contestuale presenza nei meleti, si rendono quindi necessari tre specifici interventi, uno per ogni momento chiave del programma aficida, preferibilmente basato su soluzioni dotate di buona sistemia.
Gli interventi in pre-fioritura minimizzano il numero di afidi grigi fin dalle primissime loro comparse sulle piante in forma di fondatrici partenogenetiche. Da queste discenderanno gli afidi partenogenetici che moltiplicheranno il numero delle neanidi che evolvendo poi in adulti attaccheranno i germogli fino a piena estate.
I trattamenti di post-fioritura risultano invece più orientati all’afide lanigero, pur contribuendo a rifinire il controllo anche su afide grigio. È infatti a partire dalla fase di caduta petali che inizia la migrazione di Eriosoma lanigerum verso i nuovi germogli e quindi sbarrargli la strada in tale momento ne limita la diffusione nelle chiome. Nella maggior parte dei casi sarà infine necessario un terzo trattamento in piena migrazione, al fine di completare la difesa nella fase di massima migrazione.
Le applicazioni dovranno essere effettuate con insetticidi specifici, caratterizzati da meccanismi d’azione diversi e complementari, riuscendo in tal modo a controllare entrambe le specie di afidi, assicurando al contempo un maggior rispetto degli artropodi utili come per esempio Aphelinus mali, imenottero parassitoide efficace soprattutto nel controllo dell’afide lanigero soprattutto a partire dal mese di giugno.
Due delle tre possibili applicazioni aficide su melo possono essere effettuate impiegando Oikos ed Epik SL, il primo a base di azadiractina A, il secondo contenente acetamiprid. Dal punto di vista del meccanismo di azione, Oikos agisce come regolatore della crescita sulle neanidi di Dysaphis plantaginea limitandone la capacità di sviluppare successive colonie. Epik SL agisce invece a livello di recettori nicotinici del sistema nervoso, interferendo in tal modo con la migrazione dell’insetto verso i germogli apicali.
Dopo una prima applicazione di Oikos in pre-fioritura, è quindi consigliabile l’applicazione di Epik SL dopo la caduta petali, completando il controllo di Dysaphis plantaginea. In tale fase si dovrà però tenere conto anche del veloce sviluppo della vegetazione del melo, adottando volumi di acqua consoni alla corretta bagnatura anche delle porzioni più apicali delle piante. Chi segue protocolli di difesa biologica può invece utilizzare Oikos sia in pre sia in post-fioritura, essendo il prodotto autorizzato fino a tre applicazioni annue.
Rispetto alla tesi che prevedeva il solo flonicamid in pre-fioritura, al rilievo del 23 maggio le piante trattate anche con Oikos ed Epik SL hanno mostrato una riduzione superiore al 99% dei germogli infestati da afide grigio. A un secondo rilievo, al 6 giugno, l’efficacia si è poi mantenuta sul 95%. Ottimo il controllo anche su afide lanigero, con il 70% circa di riduzione dei getti infestati al primo rilievo, effettuato 7 giorni dopo l’applicazione con Epik SL, valore salito poi al 90% al 6 giugno.
Quanto infine a colonie normalizzate, sempre al 6 giugno, la tesi con Oikos ed Epik SL ha mostrato un valore di 13 contro le 570 rilevate nella tesi trattata solo in pre-fioritura con flonicamid, confermando un altissimo livello di efficacia complessiva (98%) contro entrambe le specie di afidi, a conferma della validità tecnica della strategia basata su tre interventi con prodotti a differenti tempistiche e modi di azione. Il controllo di Dysaphis plantaginea ed Eriosoma lanigerum è stato possibile grazie all’utilizzo di una strategia di difesa basata su più interventi.
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